Digital MAB è una iniziativa di formazione transdisciplinare rivolta a musei archivi e biblioteche e a tutti gli istituti, pubblici o privati, che integrano collezioni museali, archivistiche e/o bibliografiche.
La collaborazione tra musei, archivi e biblioteche ricorre nelle teorie come nelle pratiche poggiando sul presupposto che le tre tipologie di organizzazione condividano missione, pubblici, operatività.
Coinvolgendo tanto le organizzazioni quanto i professionisti che vi lavorano e facendo leva sul digitale, l’azione formativa di Digital MAB intende favorire l’innovazione dei processi organizzativi per generare una reale convergenza tra i tre diversi domini disciplinari e una reale integrazione di risorse e servizi: verso nuovi ecosistemi digitali per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e nuovi modelli di creazione di valore.
Timeline
Il ruolo chiave della Faculty
Il coordinamento scientifico del progetto è in capo alla Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali che, per definire le linee programmatiche dei percorsi formativo, lavora in costante dialogo con AIB Associazione italiana biblioteche, ANAI Associazione nazionale archivistica italiana e ICOM International Council of Museum Italia e si avvale di una Faculty composta da professionisti del settore di altissimo profilo:
Martina Bagnoli
Roberto Balzani
Giovanni Michetti
Sarah Dominique Orlandi
Maria lolanda Isabella Pensa
Gino Roncaglia
Chiara Veninata
La Faculty contribuisce alla definizione degli obiettivi formativi dei corsi, partecipa alla individuazione dei contenuti della formazione e delle metodologie didattiche pertinenti, collabora alla identificazione delle modalità di valutazione e certificazione delle conoscenze e competenze e alla scelta dei docenti e dei formatori.
Per le organizzazioni
Attraverso un bando pubblico, Digital MAB finanzia fino a 10 interventi di ricerca-azione, presentati da istituti, singoli o in forma aggregata, pubblici e privati, che operano in prospettiva MAB in contesti di trasformazione digitale.
Per 9 mesi, un gruppo di lavoro, dal carattere interdisciplinare, lavora all’iniziativa oggetto di candidatura, con l’accompagnamento metodologico di un tutor fornito dalla Scuola dei beni e delle attività culturali. Le attività pratiche possono intrecciarsi con momenti di formazione specifica offerta in risposta a esigenze eventualmente emergenti durante la ricerca-azione. In tal modo, le organizzazioni MAB possono cercare e individuare soluzioni sostenibili alle criticità riscontrate nelle precedenti esperienze di integrazione e lavorano a consolidare o migliorare le pratiche di successo; d’altra parte, i professionisti MAB possono ripensarsi non solo come risolutori di problemi strumentali ma come artefici creativi e riflessivi.
Le proposte progettuali possono ricadere in uno di tre ambiti di intervento:
Digitalizzazione e metadatazione
Rappresentazione dei dati
Studio dei pubblici digitali
Per le persone
Ecosistemi digitali. Musei, archivi, biblioteche
Da febbraio a maggio 2025, quattro seminari, in altrettante città d’Italia, grazie al contributo di affermati esperti di dominio, spaziano dalla descrizione dei tre domini e dei relativi sistemi informativi (con Chiara Veninata, Simonetta Buttò, Fabrizio Magnani) alle questioni etiche connesse alla comunicazione digitale (sviscerate da Sarah Dominique Orlandi), dai modelli di uso e riuso dei dati (analizzati da Iolanda Pensa) al valore economico del patrimonio cuturale digitale (raccontato da Giovanni Michetti).
Digital Heritage Explorers
A partire da settembre 2025, fino a 60 professionisti italiani, selezionati attraverso un bando pubblico, hanno la possibilità di un breve periodo di mobilità presso una delle istituzioni della Netwerk Digitaal Erfgoed, eccellenza olandese nata a supporto della trasformazione digitale culturale del Paese: quattro gruppi di professionisti provenienti da musei, archivi, biblioteche, operano per circa una settimana in un contesto altamente transdisciplinare e si confrontano con l’approccio dei colleghi olandesi che attuano la National Digital Heritage strategy.