Come può l’intelligenza artificiale migliorare la gestione del patrimonio culturale? Quali competenze servono oggi per lavorare nel mondo della cultura digitale?
L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il modo in cui viviamo, interpretiamo e valorizziamo il patrimonio culturale. Dalla metadatazione automatica alla creazione di contenuti generativi, fino alla personalizzazione dell’esperienza museale, l’AI è oggi uno strumento chiave per chi lavora nella cultura.
L’adozione dell’AI nel settore culturale italiano è in rapida espansione, grazie a progetti infrastrutturali come I.PaC, Intelligenza Artificiale per il Patrimonio Culturale, che mirano a rendere più accessibili e intelligenti gli archivi digitali e le collezioni museali. Questa trasformazione coinvolge non solo le tecnologie, ma anche le competenze professionali, spingendo verso una crescente domanda di formazione digitale gratuita per i lavoratori della cultura.
AI e cultura: un binomio sempre più strategico
L’uso dell’intelligenza artificiale nel settore culturale non è più una sperimentazione, ma una realtà concreta. Le applicazioni più diffuse includono:
- Analisi automatica dei dati (testi, immagini, archivi)
- Restauro digitale e ricostruzione di opere
- Traduzione automatica e accessibilità multilingue
- Creazione di contenuti immersivi e personalizzati
- Prompting creativo per generare testi, immagini e narrazioni
Il prompting, in particolare, è diventato una competenza chiave: saper dialogare con i modelli di AI per ottenere risultati rilevanti è oggi una soft skill sempre più richiesta nelle nuove professioni della cultura.
AIris: il tutor virtuale per esplorare l’AI nella cultura
AIris è un tutor didattico virtuale progettato per accompagnare i partecipanti in un percorso formativo sull’intelligenza artificiale applicata al patrimonio culturale. È una figura digitale interattiva che stimola l’apprendimento attivo, suggerisce contenuti, pone domande e guida la riflessione critica.
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Formazione digitale per i professionisti della cultura
Per rispondere a questa esigenza, sono sempre più numerose le opportunità di formazione gratuita. Tra queste, il percorso “LLM e prompting: comunicare con l’intelligenza artificiale”, presente nel catalogo Dicolab. Cultura al digitale, offre spunti su come comunicare in modo consapevole con l’AI, esplorando i suoi legami con l’umanesimo, la linguistica e le scienze umane.
Corsi online gratuiti su AI e patrimonio culturale
Quattro corsi online, gratuiti e on demand, disponibili sulla piattaforma FAD della Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali. Al termine di ogni unità formativa, ogni partecipante riceve un Open Badge: una certificazione digitale riconosciuta a livello europeo che attesta contenuti, strumenti e competenze acquisite in modo trasparente, verificabile e facilmente condivisibile.
- Large Language Models per l’AI
- Etica dell’intelligenza artificiale
- Comunicare con l’AI: creazione e analisi di testi
- AI generativa: creazione e analisi di contenuti multimodali
Perché partecipare
Partecipare al percorso “LLM e prompting: comunicare con l’intelligenza artificiale” significa:
- aggiornarsi sulle tecnologie emergenti applicate alla cultura;
- acquisire competenze digitali spendibili nel mondo del lavoro culturale;
- apprendere con il supporto di un tutor virtuale innovativo, AIris;
- accedere a formazione gratuita e certificata.
Inizia il tuo percorso: iscriviti ora. Potrai studiare dove vuoi, quando vuoi.
Contenuti speciali di approfondimento
Vuoi sapere di più sul tema del rapporto tra AI e settore culturale? Ti segnaliamo queste risorse utili per approfondire:
- Nicolas Ballario intervista Alessandra Ferrighi della Scuola nazionale del patrimonio e delle attività culturali e Mario De Caro, filosofo e professore di Filosofia morale presso l’Università Roma Tre per parlare di cultura, digitale, intelligenza artificiale e tecnologie applicate al patrimonio culturale. Vai al video
- “Perché l’AI non può fare a meno dell’umanesimo (e viceversa)”. Un talk con Alessandro Lenci, Università di Pisa, e Marco Passarotti, Università Cattolica di Milano. Vai al video
- Un documentario che racconta Padre Busa, gesuita italiano, precursore dell’applicazione dell’informatica alla linguistica. Guarda il documentario